La montagna senza cima

Non c’è sera che vada a dormire prima di aver osservato il cielo stellato, nel mio caso quello boreale, quasi come se dentro di me sentissi il bisogno di controllare che le stelle, fisse nel cielo, siano rimaste tali a disegnare le costellazioni o semplicemente per ricevere la buona notte dalla Luna, testimone millenaria di momenti romantici e poetici, pronta ad illuminare l’amore nel momento in cui nasce come scriveva il filosofo Kierkegaard. 

Già da quando ero un adolescente, alle prime armi con lo studio dell’astronomia, nutrivo dentro di me il desiderio di poter, prima o poi, osservare gli astri che per ragioni geografiche non sono osservabili dalle latitudini italiane, detti anche australi.
Sentimento perdurato negli anni della triennale, quando alle prese con gli esami di fisica e astronomia, ne studiavo il moto e tutte le relazioni matematiche che regolano questo enorme orologio sopra e dentro le nostre teste. “Dentro” in quanto si tratta solo di una percezione, le stelle non sanno minimamente di far parte di configurazioni antropomorfe o altro. 
Ad un certo punto quel desiderio si è naturalizzato così tanto in me che sono arrivato a non pensarci, non perché l’ho scordato ma perché è diventato parte integrante fino a quando, colto alla sprovvista nell’osservazione del cielo di ogni sera, delle stelle che costantemente ruotano attorno alla polare, una stella cadente ha squarciato il mio campo di vista, rompendo ogni schema e realizzando il mio desiderio

Antica mappa astronomica – L’immaginazione dei popoli antichi ha collegato i miti degli dèi al cielo, da cui il nome delle principali costellazioni nel cielo boreale. Diversa è l’origine della nomenclatura australe, in questa pagina se ne fa cenno e nel corso dell’intera rubrica https://astronomiasite.com/2021/03/25/il-cielo-e-le-sue-storie/ si approfondirà la questione.

Ogni cosa bella inizia con un invito, quello di andare per la prima volta in Africa ed entrare in visione delle tante sospirate costellazioni australi. Senza saperlo avrei trovato molto di più.

Nel XVIII secolo, l’abate e astronomo francese de Lacaille era motivato da sentimenti altrettanto intensi. Costui, spinto dal desiderio di approfondire i suoi studi scrutando i cieli meridionali, propose una spedizione al Capo di Buona Speranza che prese avvio nel 1750, in seguito all’autorizzazione dell’Accademia francese delle scienze

Nicolas Louis de Lacaille (Rumigny 1713 – Parigi 1762)

Pur essendo un uomo di fede a servizio della chiesa, de Lacaille non mancò di portare notevoli contributi in campo scientifico che, seppur passati in sordina, hanno contribuito a consolidare le conoscenze geografiche e astronomiche dell’epoca perdurando con la tradizione fino ai nostri giorni (Ricordi l’articolo in cui abbiamo affrontato il rapporto tra fede e scienza? Se no, ti invito a rileggerlo https://astronomiasite.com/2020/07/16/grandi-dibattiti/). 

Jacques Cassini, figlio del più celebre Cassini costruttore della meridiana sul pavimento della basilica di San Petronio a Bologna, incaricò il religioso di effettuare rilievi topografici sulle coste francesi e di misurare con maggiore precisione  l’arco meridiano francese. Correggendo i calcoli di Cassini Senior (eseguiti nel 1718), la sua stima in ambito accademico crebbe al punto da ricevere una cattedra come professore di matematica in uno degli ambienti più prestigiosi dell’epoca.

Meridiana collocata sul pavimento della Basilica di San Petronio in Piazza Maggiore (Bologna) – Si tratta della meridiana più lunga del mondo, misura infatti 67 metri e fu completata nel 1657.

Con le effemeridi in una mano e il breviario nell’altra, la sua spedizione africana durò 4 anni e nel mentre ha catalogato quasi 10.000 stelle nell’emisfero australe, inclusi 42 oggetti nebulari.
Il catalogo, pubblicato postumo nel 1763, introdusse 14 nuove costellazioni che elenchiamo per curiosità e per notare come i nomi scelti non parlavano più di epoche mitologiche (come nel caso del catalogo tolemaico), ma in qualche modo di un’epoca nuova, quella delle esplorazioni e delle nuove scienze. In ordine alfabetico: Bussola, Bulino, Compasso, Fornace, Macchina pneumatica, Mensa, Microscopio, Orologio, Ottante, Pittore, Regolo, Reticolo, Scultore e Telescopio. 

Inquadramento di alcune delle costellazioni australi dalla latitudine di Città del Capo.

Se non avete in programma un viaggio dall’altra parte del mondo, potreste divertirvi a cercarle con il semplicissimo software Stellarium (https://stellarium-web.org/). Per quanto mi riguarda spenderò qualche ultima parola semplicemente per parlarvi della Mensa.
Si tratta di un caso in cui la costellazione è stata rinominata, infatti in alcuni atlanti storici è chiamata Dorado, un pesce dorato simile ad un pesce spada. L’abate de Lacaille decise di chiamarla Mons Mensa che in latino significa Monte Piatto in onore della montagna simbolo di Città del Capo: la Table Mountain.

Zoom sulla costellazione della Mensa.

Si tratta del punto di riferimento più iconico del Sudafrica. Molto più di uno sfondo fotografico, negli anni è diventata un’icona di accoglienza verso milioni di visitatori che da tutto il mondo raggiungono uno dei punti più a sud del mondo per scalarla e punto di riferimento per gli abitanti di Cape Town che vivono alla sua vigile presenza.

Tra le rocce di questa insolita montagna si nascondono tante curiosità naturalistiche. Ci sono circa 2200 specie di piante e 1470 specie floreali. Tutta l’area possiede una biodiversità rara da trovare in altri luoghi della Terra. Le sue numerose valli e ruscelli lo rendono un luogo idilliaco. La caratteristica più singolare del parco nazionale è la vegetazione di fynbos che qui è identificata meglio che in qualsiasi altra parte del mondo. È una delle regioni floreali più ricche del mondo e oltre il 70% dei fiori della Table Mountain è endemico cioè esclusivo di un determinato territorio, motivo per cui la montagna è stata scelta come una delle nuove sette meraviglie del mondo.

29 Giugno 2021 – Tempesta su Cape Town protetta dalla Table Mountain sullo sfondo. È stato bello scalarla, è stato intrigante scrutare le sue fiancate tra le nubi, è stato unico assistere al suo abbraccio sulla città durante un temporale.

Roberto Caione

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