E fu così che Colombo scoprì mezzo mondo

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“Lucciole che sono rimaste attaccate a quell’enorme cosa nero-bluastra”, le chiamavano Timon e Pumba nel classico Disney de ” Il re leone “. “Corpi celesti che brillano di luce propria” le definiscono gli astrofisici. Sì, avete proprio capito bene, parliamo di stelle, di quegli oggetti luminosi che ci fanno vivere meravigliose e romantiche notti stellate. Ma come se ne è “servito” l’uomo nel corso della sua storia? Non si sa con certezza quando l’uomo abbia iniziato ad osservare il moto apparente degli astri, ma di sicuro alcuni uomini li hanno sfruttati per raggiungere obiettivi importanti, il cui raggiungimento ha cambiato il corso della storia. È noto ai più che Cristoforo Colombo arrivò in America osservando la stella polare (Polaris), ma in che modo? La risposta è davvero semplice. La stella polare, trovandosi sul prolungamento dell’asse di rotazione terrestre, rappresenta, per gli osservatori dell’emisfero boreale, la direzione del cardine geografico nord.  Non solo, la sua altezza sull’orizzonte è circa uguale alla latitudine di chi la osserva. A questo punto divenne davvero facile impostare la rotta per l’America. Colombo osservò la polare sempre sulla propria dritta per esser certo di navigare verso ovest; in più ebbe premura di farlo ad un’altezza di circa 30 gradi per evitare forti perturbazioni. E fu così, che un solo astro, funse da bussola a colui che scoprì mezzo mondo. Oggigiorno i naviganti (me compreso), sfruttano la relazione fra l’istante del sorgere e del tramontare del Sole per calcolare la longitudine. Questo è possibile poiché la Terra ha una velocità di rotazione pressoché costante ed un quindicesimo dell’intervallo di tempo, compreso fra l’istante del sorgere/tramontare del Sole al meridiano centrale del fuso e l’istante del sorgere/tramonto al meridiano locale, rappresenta proprio la differenza di longitudine fra il meridiano centrale ed il meridiano locale. Ma non finisce qui. Osservando almeno tre astri è possibile individuare un triangolo di posizione, al centro del quale, si trova quello che i naviganti chiamano ” punto nave “, ovvero la posizione sulla Terra. E’ in questo modo che è stato possibile conoscere la posizione esatta anche prima dell’avvento del GPS. Quante altre cose possono svelarci queste “lucciole”? E quante ancora dobbiamo scoprirne?

Sicuramente molte altre. Fino a quel momento…arrivederci al prossimo articolo.

           Cosimo Mazzotta

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